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alberto castelvecchi 2012
Alberto Castelvecchi, nato a Roma nel 1962, linguista e filologo, è coautore, con Luca Serianni, di una delle più complete grammatiche descrittive dell’Italiano: Italiano. Grammatica, sintassi, dubbi (Torino, Utet 1987),attualmente ripubblicata nella serie Garzantine. Ha pubblicato gli Scritti linguistici di Giovan Giorgio Trissino (Roma, Salerno Editrice, 1986). Si è occupato di divulgazione culturale con Radio2 e Radio3 fin dal 1987. Si interessa di Intelligence, Sicurezza Nazionale e Difesa, e ha scritto un volume su L’Intelligence americana. Uomini, strutture e politiche dei servizi Usa (Roma, Cooper Castelvecchi, 2002). Ha collaborato con Il Messaggero, con la cronaca di Roma di la Repubblica e con Panorama. Nel 1993 ha fondato la casa editrice Castelvecchi, specializzata in nuove tendenze, culture giovanili, fenomeni emergenti. Nel 2008 ha lasciato la Castelvecchi e ha fondato una società di consulenza e una nuova casa editrice.
Dal 2010 ha lasciato definitivamente il mondo editoriale per dedicarsi alla ricerca e all’insegnamento del Public Speaking presso la Luiss Guido Carli. È consigliere di immagine e comunicazione personale per manager, politici, aziende. Ha fatto parte del Comitato Esecutivo dell’Associazione veDrò. Nel 2022 è stato consigliere per gli Affari Istituzionali del presidente del Senato. È attualmente membro del Comitato Scientifico di Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine.

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Il marchio editoriale Castelvecchi è stato fondato nel 1993 sull’onda di internet, dei cibernauti e della nuova cultura giovanile che ruggisce sul web e nei centri sociali. Ha lanciato a suo tempo, nel 1995, due dei più noti “cannibali”, che hanno pubblicato con Castelvecchi il loro esordio: Aldo Nove con Woobinda e Isabella Santacroce con Fluo. Per non parlare del fenomeno Luther Blissett, che esordisce da Castelvecchi nel 1995 con Mind Invaders, e impazza per tutti gli anni Novanta prima di trasformarsi nel collettivo Wu Ming. O del fantomatico Reverendo William Cooper, che con oltre ventimila copie vendute sdogana il Sesso estremo per un’intera generazione. Libro d’esordio castelvecchiano anche per il critico e scrittore romano allora ventottenne Emanuele Trevi (in seguito pubblicato da Einaudi, Mondadori, Laterza): è già un classico il suo Istruzioni per l’uso del Lupo, una lettera aperta a Marco Lodoli sulle aberrazioni della critica. Mentre la stagione dei centri sociali volge ormai al tramonto, sul finire degli anni Novanta Castelvecchi si dedica alla nuova generazione di pittori e artisti digitali italiani. Con il lavoro dei critici Gianluca Marziani (allora ventisettenne, autore del saggio N.Q.C. Nuovo Quadro Contemporaneo) e Luca Beatrice e Cristiana Perrella (allora trentenni, autori di Nuova arte italiana) e decine di altri critici e curatori, Castelvecchi pubblica i lavori di esordio della nuova generazione visiva e visionaria: suoi il primo libro di Matteo Basilé, di Alessandro Gianvenuti, di Giuseppe Tubi e decine di altri cataloghi di personali e collettive. E non mancano incursioni nel campo della nuova rave culture, con libri dedicati alla trance elettronica, ai nuovi dj chimici e all’acid jazz grazie al lavoro di curatori come il dj romano Andrea Lai e il jazzista Francesco Gazzara.
Ultimi successi editoriali di Castelvecchi sono stati La ballata delle prugne secche della blogger Pulsatilla (oltre 120.000 copie vendute), e il rilancio con vari libri della figura di Gillo Dorfles, decano degli studi di estetica italiani.

Giudizi degli allievi

  1. Due ore e mezza di spettacolo. Un intervento ben organizzato sotto ogni punto di vista;
  2. Una persona magnetica, poliedrica, estremamente colta. Un suonatore di flauto, un incantatore per noi topolini che pendevamo dalla sua bocca. Bello sentirlo raccontarsi: sarebbe stato ancora più bello se avesse parlato ancora di più della sua Casa;
  3. Ottimo inizio per il corso. Ha una dialettica che cattura l’attenzione. Pieno di risorse e segreti;
  4. La sua lezione mi è piaciuta molto; una panoramica efficace sull’editoria e sul ruolo dell’editore, in una lezione che somigliava molto a una conversazione tra conoscenti, il che mi ha permesso di sentirmi a mio agio e apprendere di più (Carla);
  5. Un guru, mi sarebbe piaciuto rivederlo alla fine del corso;
  6. È stato davvero utile avere a lezione non un semplice addetto ai lavori, ma l’Editore in persona. La lezione mi è piaciuta molto, forse perché è stata una delle prime mi è sembrato tutto nuovo. Interessante la spiegazione delle origini dell’editoria e dei termini tecnici ancora utilizzati;
  7. Più che un insegnante un istrione.



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