|  Roberto Serrai è  nato a Firenze nel 1967. È dottore di ricerca in Studi americani e collabora  con varie università italiane, tra cui l’Università di Siena e di Cassino.  Collabora dagli anni Novanta con diverse case editrici, prevalentemente in  veste di traduttore: nel 2003 ha vinto il premio Procida per la traduzione  di Ritorno a casa di Natasha Radojić-Kane e nel 2011 il premio  Gregor Von Rezzori – Città di Firenze per una nuova traduzione di Il  grande Gatsby. Ha tradotto autori come William Faulkner, Anne Michaels, Mervyn Peake,  Jonathan Coe, Chris Offutt. In  gioventù ha scritto qualche racconto e diretto qualche cortometraggio (ha la patente  di operatore di cabina).
 Materiali
 -  Il sito del traduttore;
 -  Redazione (intervista), edizionisur.it, 30  settembre 2016.
 Principali opere tradotte
 Rudolfo Anaya, La magia di Ultima,  Giunti 1996
 Anne Michaels, In fuga, Giunti  1998
 Neal Ascherson, Mar Nero,  Einaudi 1999
 Pauline Melville, Il racconto del  ventriloquo, Giunti 1999
 Irene Dische, Le lettere del  sabato, Feltrinelli 1999
 Bruce Robinson, Le singolari  memorie di Thomas Penman, Feltrinelli 2000
 Robert Wilson, Una piccola morte a  Lisbona, Meridiano Zero 2001
 William Faulkner, La grande foresta,  Adelphi 2002
 Jonathan Coe, La banda dei brocchi,  Feltrinelli 2002
 Natasha Radojčić-Kane, Ritorno a  casa, Adelphi 2003
 William Langewiesche, American Ground, Adelphi 2003
 Azar Nafisi, Leggere Lolita a Teheran, Adelphi 2004
 Mervyn Peake, Gormenghast, Adelphi 2005
 Susan Glaspell, Una giuria di sole  donne, Sellerio 2006
 Ian Brunskill (a c. di), Vite  straordinarie, Neri Pozza 2007
 Alissa York, La quarta moglie,  Giunti 2008
 Anne Michaels, La cripta d’inverno,  Giunti 2009
 Peter Ackroyd, La grande storia del  Tamigi, Neri Pozza 2009
 Mervyn Peake, Via da Gormenghast, Adelphi 2009
 Paul Collins, Al paese dei libri,  Adelphi 2010
 Richard Grant, Messico e crimine,  Neri Pozza 2010
 Francis Scott Fitzgerald, Il grande  Gatsby, Marsilio 2010
 Siddhartha Mukherjee, L’imperatore  del male, Neri Pozza 2011
 Jonathan  Coe, La banda dei brocchi, Feltrinelli, 2014
 Chris  Offutt, Nelle terre di nessuno, minimum fax, 2017
 Mervyn Peake, Gormenghast,  Adelphi, 2017
 Chris Offutt, Country dark, minimum fax, 2018
 Chris  Offutt, Mio padre, il pornografo,  minimum fax, 2019
 Chris  Offutt, A casa e ritorno, minimum  fax, 2019
 Cristina  Henríquez, Anche noi l’America, Nn,  2019
 Gerald  Murnane, Le pianure, Safarà, 2019
 Gerald Murnane, Tamarisk Row, Safarà, 2020
 Nicholas  Blake, Il caso dell’abominevole pupazzo di neve, Giunti, 2020
 Chris  Offutt, Il fratello buono, minimum  fax, 2021
 Chris  Offutt, Le colline della morte, minimum  fax, 2021
               
 
 
 Giudizi degli allievi 
                Mi è piaciuto molto il modo in  cui riesce a interiorizzare i testi che traduce (Marco Raspa);Appassionato del proprio lavoro,  ce ne ha raccontato il metodo con simpatia e originalità;Forse l’unico incontro troppo lungo in relazione al  materiale da discutere. La sua traduzione è quella che forse, in rapporto alle  altre, mi è piaciuta di meno perché più “personale”, cosa che non condivido  pienamente. Lezione comunque utile e istruttiva (Raphaël Branchesi);Mi è sembrato ben pensato, nell’ottica di un’immersione  graduale nel corso, che la lezione di analisi del primo ciclo sia stata  principalmente una spiegazione delle soluzioni adottate dal professor Serrai  nella sua traduzione del Gatsby. La lezione si è risolta principalmente in una  sessione di domanda e risposta, ma essendo per l’appunto posizionata durante la  prima settimana l’ho trovato un approccio corretto e interessante per  cominciare a entrare nei ritmi (Virginia Petrarca);Molto competente nel suo settore e altamente capace di  spiegazioni semplici e lineari;Mi è molto piaciuto l’incontro con Serrai; è stato  disponibile al confronto e anche lui, come la Mennella, molto umile  (Ilaria Scalise);La sua lezione è stata davvero interessante e, a tratti  divertente, in quanto ci ha raccontato del processo mentale e dell’influenza  che la sua vita ha avuto sulla traduzione del Grande Gatsby (Francesca Squicciarino);Ottimo senso dell’umorismo (Jacopo);Dalle sue parole si percepiva chiaramente la passione per il  suo lavoro. È stato interessante capire le problematiche traduttive di un testo  a fronte (Francesca Laserra);Docente molto serio e lezione interessante, forse un po’  troppo lunga. Le prime due ore sono state vivaci e piene di argomenti di  discussione, la terza è servita alle ultime curiosità e a tirare le fila del  discorso. Poi eravamo stanchi, e anche Serrai non sapeva più cosa aggiungere;Inizialmente mi è sembrato una personalità introversa, da  sollecitare a forza di domande. In realtà si è dimostrato solido, e con tante  idee interessanti su come approcciare un testo: ad esempio formarsi  un’interpretazione complessiva e interiore, un “basso continuo” che orienti  ritmo e scelte lessicali, soprattutto quando si approccia un testo classico e  arcinoto come nel suo caso il Gatsby. Anche se, forse, l’atmosfera non si è  sciolta del tutto e la sua lezione è sembrata sempre sul punto di ingranare la  marcia, finendo troppo presto, Serrai mi ha interessato più di tutti, e ha  sollecitato moltissime riflessioni personali. Per due motivi: l’insistenza  sull’approccio responsabile alla traduzione, colto e da studioso (esempio:  conoscere Shakespeare e la   Bibbia se si pretende di tradurre gli scrittori americani);  l’autoironia nel fare un po’ da macchietta antropologica del traduttore, il  “recluso”, sfortunato eroe della lingua, che si affatica al buio nella sua  stanzetta. Scherzava, ma non del tutto, e mi ha divertito molto, confermando  come la scelta di un mestiere sia una vocazione caratteriale, oltre che  naturalmente l’esercizio un talento;Gentile, disponibile, si è lasciato tartassare di domande  senza battere ciglio. Con lui ho capito quanto è importante conservare  l’immagine nel testo e preservare l’intenzione originaria dell’autore, quanto è  fondamentale mantenere intatte le sensazioni del testo originale. Ho compreso  quanto è facile cadere nell’errore quando si è troppo dentro il testo, quando  non si riesce più a distinguere la propria vita dalle vicende del protagonista  (Francesca Martire);Di certo molto competente e con grande esperienza, purtroppo  però poco incline al dialogo. Non ci sono state molte occasioni per interagire,  ma è stata la prima lezione e forse anche per questo poco dinamica;Al di là della mia personale ammirazione  per il lavoro di Serrai (ho molto apprezzato la sua versione del Gatsby, che  abbiamo anche avuto modo di analizzare durante il corso) ho trovato molto  interessanti le sue riflessioni sul contesto nel quale si colloca lo scritto  originale, la profondità dell’osservatore capace di cogliere riferimenti non  banali e di interrogarsi sullo spirito del testo che si appresta a tradurre  (Alessandra De Michele). 
 
 
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