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Giancarlo Liviano D’Arcangelo
Gloria agli eroi del mondo di sogno

il Saggiatore
maggio 2014


Lo sport più bello del mondo. Competizione, gloria, illusione, fallimento, speranza, ribaltamenti improvvisi del destino apparente. Emozioni compresse in novanta minuti, generate da un dribbling, da una parata salvifica, da un tunnel, da un passo di danza risolutivo davanti alla porta avversaria. C’è la vita intera a pulsare sul prato verde quando una partita di calcio ha inizio: la vita intera alleggerita dal dolore. Perché nel calcio, come in ogni mondo di sogno, può esistere sofferenza, forse patimento, ma mai dolore. Proprio come tutti i mondi di sogno, anche il calcio ha i suoi principi eroi, i depositari dell’epica. Campioni resi mitici da vittorie indimenticabili, come Pelé o Maradona, o geni talentuosi allergici alla vittoria, ma capaci di sublimare sé stessi in un gesto. Principi visti alla tv mille volte, e mille volte attesi, ammirati, denigrati, imitati. Adoni e meno adoni, cecchini, gentiluomini, mediani, rari fuoriclasse. Come capitan Scirea, il Temistocle del calcio, a detta di tutti il giocatore più corretto e nobile che abbia mai fatto ingresso in uno stadio. O il portiere rumeno Ducadam, grande per spalle e per coraggio, che con una serie formidabile di parate ai rigori portò la Steaua Bucarest alla vittoria del titolo europeo. O come i cavalieri che fecero l’impresa, gli undici che tinsero di azzurro la notte di Berlino, nel 2006. Sono loro, da un secolo, a iniettare la magia dell’epica in chi li guarda da lontano. Sono loro a generare, per spirito di emulazione, aspiranti principi molto più piccoli. Ragazzini di tutto il mondo che per strada, in un cortile chiuso tra quattro alveari o su una lingua di terra battuta, provano a ricreare le grandi sfide impresse nel loro cuore e nella loro mente. Sono loro a generare fortezze immaginarie, parchi giochi privati, l’isola che non c’è sotto casa. Sono loro a far sentire eroico anche un bambino di otto anni che costruisce uno stadio in miniatura in salotto, uno stadio completo in proporzione perfetta, spalti, pubblico, riflettori, porte pronte a gonfiarsi, tutto perché si possa, ancora una volta, accendere il massimo della fantasia. Dopo aver esplorato – attraverso una lingua che è sisma, sussulto e meraviglia – i volti e i luoghi di acciaio e di carbone dell’industria italiana, Giancarlo Liviano D’Arcangelo sceglie di leggere il mondo contemporaneo attraverso l’universo simbolico del calcio. In Gloria agli eroi del mondo di sogno aneddoti intimi e ricordi personali si intrecciano a immagini iconiche che hanno fatto la storia d’Italia, per sempre impresse nella memoria popolare. Dalle prove iniziatiche al campetto della stazione alla corsa folle di Tardelli al Mondiale ’82, l’autore ci accompagna alla scoperta del calcio come universo mitico, fantasioso e carnevalesco, un vero mondo di sogno in cui tutto è possibile, e lo fa con ironia pungente e afflato lirico, fino all’interrogativo ultimo: il calcio resterà davvero sempre lo stesso, ovvero il regno del genio e dell’imprevisto? Il genio, il talento individuale, resteranno il fattore determinante anche in quello ubiquo e ipertecnologico di oggi? Oppure certe gesta appartengono ormai a un passato tanto mitico quanto remoto?

 

Rassegna stampa
Christian Giordano, Guerin sportivo, dicembre 2014
Francesco Vannutelli, flaneri.com, 14 ottobre 2014
Gabriele Santoro, minimaetmoralia.it, 7 agosto 2014
Stefano Radice, mondocalciomagazine.it, agosto 2014
Redazione, Panorama, 30 luglio 2014
Flavia Piccinni, la Repubblica – Bari, 10 luglio 2014
Francesco Musolino, Gazzetta del Sud, 27 giugno 2014
Angelo Carotenuto, la Repubblica, 10 giugno 2014
Redazione, Il Trentino, 9 giugno 2014
Francesca Serafini, pagina99, 7 giugno 2014
Camilla Tagliabue, il Fatto Quotidiano, 7 giugno 2014
Enzo Mansueto, Corriere del Mezzogiorno, primo giugno 2014
Anticipazione, l’Unità, 29 maggio 2014

 

In evidenza
“[…] il mondo contemporaneo attraverso l’universo simbolico del calcio.”
Christian Giordano, Guerin sportivo, dicembre 2014

“Nel costruire questo mondo di miti ed eroi, D’Arcangelo immerge la sua scrittura nell’epica omerica, nei cicli della canzone bretone, nell’antropologia tribale che pone il pallone come totem, come oggetto sacro di identità e possesso. Forma uno stile solenne e lirico, disegna la gloria anche con le parole, non solo con l’idea di renderla tale.”
Francesco Vannutelli, flaneri.com, 14 ottobre 2014

Gloria agli eroi del mondo di sogno […] è un omaggio dello scrittore al mistero di una passione planetaria, che sovrappone il piano della realtà con quello della fantasia fanciullesca.”
Gabriele Santoro, minimaetmoralia.it, 7 agosto 2014

“[…] romanzo che, spaziando dalla vittoria dei cavalieri italiani a Berlino del 2006, si spinge fino all’analisi del calcio moderno, con l’ambizione di offrire una lettura mitica del gioco del calcio inteso come gioco profondo, che affascina perché mette a nudo, sotto forma di dramma caricaturale, l’orizzonte simbolico della nostra società.”
Stefano Radice, mondocalciomagazine.it, agosto 2014

 “[…] immaginario fatto di sogni ed epiche […]”
Redazione, Panorama, 30 luglio 2014

“Dietro ognuno di loro – dietro i campioni come le promesse fallite – esiste una narrazione sportiva, che si è fatta protagonista dell’ultimo libro di Giancarlo Liviano, martinese, appassionato di calcio e speranza, secondo la critica, della saggistica nostrana.”
Flavia Piccinni, la Repubblica – Bari, 10 luglio 2014
 
“[…] lo scrittore Giancarlo Liviano D’Arcangelo legge il calcio in modo simbolico, trasfigurativo.”
Francesco Musolino, Gazzetta del Sud, 27 giugno 2014

“All’idea di un calcio come luogo simbolico ha lavorato Giancarlo Liviano D’Arcangelo in Gloria agli eroi del mondo di sogno […], disegnando un universo mitico con ironia e poesia […].”
Angelo Carotenuto, la Repubblica, 10 giugno 2014

“Pagine dense e ubriacanti come dribbling nelle quali la contemporaneità è letta attraverso l’universo simbolico del calcio. […] Ironia pungente e afflato onirico.”
Redazione, Il Trentino, 9 giugno 2014

“È un erudito e commosso tributo al gioco del pallone, scritto in tacco-punta di penna.”
Camilla Tagliabue, il Fatto Quotidiano, 7 giugno 2014

“[…] la lettura di Gloria agli eroi del mondo di sogno ha confermato sia le particolarità della scrittura dell’autore, errabonda, tra narrazione, notazione sociale, lirismo degli scenari contemporanei, che la proposta culturale dell’editore.”
Enzo Mansueto, Corriere del Mezzogiorno, primo giugno 2014

 

 

 

 

 

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