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Matilde Salvucci è la titolare della tipografia Leberit, stamperia di fiducia della maggior parte delle case editrici vaticane.



Giudizi degli allievi
  1. La visita alla tipografia è stata affascinante perché si vede davvero cosa c’è dietro alla realizzazione del libro inteso come oggetto, tra i macchinari usati e i diversi passaggi bene illustrati da coloro che ci lavorano (Lucrezia Pigini);
  2. Entrare in una tipografia per la prima volta è un’esperienza molto suggestiva. Osservare da vicino come nasce un libro e le varie fasi di “costruzione” è stato davvero bello. Consiglio di non perdere l’incontro con Matilde Salvucci;
  3. Chiara e precisa (Lorena Spampinato);
  4. Non ero mai stata in una tipografia. Anzi, prima di frequentare il corso Oblique, mi sembrava qualcosa di totalmente staccato dalla trafila editoriale vera e propria. Pura meccanicità. Mi sbagliavo. Redazione e tipografia lavorano a stretto contatto (Federica Guglietta);
  5. Seppur conosciuta per poco tempo si capisce che è una donna di carattere; con il lavoro che fa non potrebbe essere altrimenti. Toccare con mano come nasce un libro è la cosa più bella. I macchinari in funzione sono meravigliosi. Sono rimasta piacevolmente sorpresa che usino ancora il vecchio torchio. Visita emozionante (Veronica Abete);
  6. È stata con noi per poco ma ci ha lasciato visitare la sua tipografia quindi grazie Matilde Salvucci (Giulia Porcari);
  7. Persona amichevole, che ci ha messo a disposizione la propria tipografia per vedere in prima persona come si lavora un libro (Andrea Comincini);
  8. Non abbiamo passato molto tempo con lei, comunque è stata disponibile ed è sembrata una persona competente (Giulia Varalta);
  9. Anche se lei è rimasta poco con noi, la visita in tipografia è stata molto interessante perché ci ha permesso di chiudere la panoramica intorno al ciclo produttivo del libro (Elena Rovigatti);
  10. Benché sia potuta rimanere poco nel corso della visita nella sua tipografia, ci ha accolti con entusiasmo, dimostrando grande disponibilità, anche ad insegnare il suo mestiere a chi di noi fosse interessato a questo campo specifico;
  11. La visita in tipografia è stata molto interessante, abbiamo avuto la grande possibilità di seguire la genesi di un libro. Matilde Salvucci è riuscita a far sentire, attraverso le sue parole, il suo amore per il lavoro che fa e l’importanza che la tipografia rappresenta per lei e per la sua famiglia; l’impressione è stata quella di entrare in una casa accogliente, non in una tipografia. Per quanto riguarda il resto dello staff sono stati tutti molto disponibili ed esaustivi, hanno spiegato bene come si svolge il loro lavoro. Interessante la spiegazione di come si usano le diverse macchine, non solo attraverso una spiegazione teorica ma anche attraverso il funzionamento pratico della macchina. Vedere come viene creato un libro è stato entusiasmante, soprattutto per l’impegno che ogni membro dello staff mette nel proprio lavoro. Se devo essere sincera, questa visita in tipografia ha confermato la mia convinzione che il libro cartaceo non sia solo un mero oggetto, ma qualcosa di più; questo si può capire anche dal fatto che per lo staff della tipografia creare libri non è un semplice lavoro meccanico, ma un’arte;
  12. Matilde è stata gentilissima ad accoglierci tutti nella sua tipografia e a spiegarci le fasi di lavorazione, ha risposto con sincerità alle domande che le venivano poste da tutti noi ed era palpabile nell’aria la passione che mette nel suo lavoro. La gita è stata molto interessante e ha colmato le lacune che avevo su questo argomento. Il momento più prezioso credo sia stato quando un membro del suo staff ci ha fatto vedere in azione un’antica macchina per la rilegatura con filo;
  13. Sono stati tutti molto disponibili nel renderci partecipi di come si svolge il loro lavoro, è stata una bellissima esperienza, soprattutto se non si è mai stati in una tipografia;
  14. Eravamo in troppi per poter osservare bene le macchine e il loro funzionamento. Il procedimento comunque è stato chiaro; (Manuela Massimi);
  15. L’esperienza in tipografia è stata molto interessante pur non avendo io fatto il corso per redattore. Anche il personale della Leberit è stato gentilissimo e ha soddisfatto ogni nostra curiosità. Ancora grazie (Alessia Palladino);
  16. Ho visto la visita in tipografia come il completamento di una parte teorica trattata durante il corso. Per un lettore che si avvicina all’editoria, osservare e capire come un libro prende concretamente forma a partire dalle bozze o, ancor prima, da un’idea del suo autore è oltremisura affascinante. La tipografia Leberit è una piccola realtà, sospesa fra industria e artigianato, completa e ben funzionante. La nostra ospite, Matilde Salvucci, e i suoi dipendenti si sono dimostrati affabili e disponibili. Avrei gradito che ci fossero mostrate le pagine così come arrivano in tipografia e come vengono modificate, processate, lavorate, prima della loro incisione su lastra. Mi sarebbe piaciuto conoscere dei problemi reali che si presentano in questa fase intermedia (Carmen Bruno);
  17. La visita è stata interessante, sia per la realtà particolare della tipografia di Matilde Salvucci sia per il fatto di vedere concretamente come vede la luce un libro cartaceo. Oltre alla simpatia e disponibilità di chi si è preso una pausa dal suo lavoro (anche urgente, vista la consegna imminente che dovevano fare) per mostrarci come materialmente avveniva la stampa e le altre azioni a seguire, è stato molto interessante vedere i vari passaggi dall’inserimento della matrice alla cucitura con macchina del 1925.
    Era tutto per me nuovo, e ho apprezzato molto questa possibilità anche se capivo le difficoltà delle mie colleghe di corso e mie rispetto a chi aveva fatto il corso da redattore, che aveva invece la possibilità di inserire molti passaggi in un discorso teorico fatto in aula (Chiara Stella Ferroni);
  18. Ho apprezzato molto la visita alla tipografia Leberit, perché in passato non avevo mai avuto modo di vedere con i miei occhi tutta la procedura e il lavoro metodico e di precisione che c’è dietro la stampa dei libri. Interessante il discorso introduttivo della titolare della tipografia, la quale si è anche dimostrata molto attenta alle esigenze della clientela, oltre che essere una persona molto gentile e disponibile. Ho osservato con curiosità tutto l’ambiente intorno a me, affascinata dalle rilegature dei vari libri sistemati sugli scaffali, inoltre mi hanno colpito molto anche i vari macchinari. Un macchinario in particolare, che permette la legatura delle pagine con il filo, insieme alla dimostrazione pratica ha attirato parecchio la mia attenzione. Hanno dimostrato molta professionalità, bravura e gentilezza anche le altre due persone dello staff che hanno fatto vedere come si svolge tutta la procedura per il lavoro di stampa con i vari macchinari. Nel complesso la visita alla tipografia Leberit è stata una esperienza positiva, ho anche avuto modo di incontrare di nuovo alcune delle mie compagne del corso per correttori di bozze di Oblique, con cui mi ero trovata molto bene (Isabella Bombace);
  19. Matilde Salvucci è stata disponibile e precisa nelle spiegazioni. Mi aspettavo una spiegazione più dettagliata sulle macchine da parte dello staff (Samaneh Afshin).

 


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