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Percival Everett
La cura dell’acqua

Mi vergogno quando il mio paese
stupra il mondo.



Ishmael Kidder è stordito dalla sofferenza: hanno ammazzato la fi glia di appena undici anni dopo averla violentata. Incapace di sopportare il dolore, rapisce e segrega nella sua cantina il maggiore indiziato, e inizia a torturarlo. La “cura dell’acqua” è la più atroce delle sevizie a cui lo sottopone: dopo essere stato immobilizzato, Ronnie o W, la vittima, viene incappucciato e gli viene fatta colare acqua sul viso, in modo che abbia costantemente la sensazione di morire annegato.
Forma e contenuto sono inscindibili, come azione e destino: il libro è strutturato come un bloc-notes fitto di riflessioni su linguistica, morale, amore, paternità, morte, vita. Tra dialoghi immaginari di grandi filosofi , giochi di parole, limerick, citazioni occulte da Carroll, allusive illustrazioni bambinesche, virtuosi pastiche linguistici alla Joyce e una scrittura che stritola il lettore e non gli concede nemmeno un attimo di pausa, Everett, esasperando la nevrosi del protagonista, che diventa torturatore, gelido carnefi ce, mette a nudo l’insopportabile futilità del nascondersi dietro ai segni.
Il romanzo è, attraverso metafore e similitudini con diversi livelli di lettura, un esplicito atto d’accusa nei confronti dell’amministrazione Bush. Pure il sogno americano viene fatto a pezzi. Non c’è futuro quando il presente scortica il vuoto dell’anima; nessuna tortura, infatti, appaga e lascia indenne il torturatore, e la riflessione universale che
anima la narrazione si innesta nel fi lone del rapporto vittima-carnefice su cui si sono cimentati scrittori del calibro di Dürrenmatt e Kafka.
Un romanzo ricorsivo, nevrotico, spaventato, disincantato, grondante sangue e dolore – l’autoesaurazione –, una delle più sofferte e introspettive proteste della nostra generazione.

 

Noi, tutti noi, siamo e saremo solo
punti e linee.


Biografia del libro

“Il libro rappresenta la mia reazione ai crimini di guerra commessi dal mio paese. Ho dovuto combattere contro gli orrori del mondo e l’orrore che avevo dentro. Ho dovuto ritagliare un posto dentro di me dove poter immaginare di trattare una persona in modo così crudele; trovare quel posto mi ha fatto male”.
La cura dell’acqua ha avuto una genesi e un percorso di scrittura diverso da quello dei precedenti libri di Everett. È stato scritto e illustrato, durante il 2003, su vari quaderni ad anelli e fogli sparsi in un loft nel centro di Los Angeles.
L’autore non aveva intenzione di scrivere il testo in ordine cronologico per poi, letteralmente, mischiare le carte: il romanzo si mostra infatti nello stesso ordine in cui è stato composto, come un non sequitur.

*

Selezione stampa
- “Un grandissimo libro sul Male. Il Male, il Dolore, la Morte. Una storia disseminata, in cui però non esistono frammenti, ché ogni parte è, immediatamente, il tutto.”
Marco Rovelli, nazioneindiana.com, 15 maggio 2008

- “Limerick e un’immane quantità di giochi linguistici, calembour o stravaganti divagazioni filosofiche o retoriche: nella pagina dello statunitense Percival Everett […] si dispiegano ininterrottamente tutte le soluzioni più collaudate dell’archivio sperimentale.”
Stefano Gallerani, Alias, 3 maggio 2008

- “Dopo Glifo, torna il geniale Percival Everett con un libro definito ‘un esplicito atto d’accusa contro l’amministrazione Bush’.”
Silvia Bombino, Vanity Fair, 16 aprile 2008

- “[…] giochi di parole, citazioni, indovinelli, disegni, dialoghi immaginari, frasi scritte al contrario, brani in cui il linguaggio esplode come in Joyce, perdendo di significato apparente. Complimenti alla traduzione di Marco Rossari. Everett, autore cult negli States, è uno scrittore provocatorio, nevrotico, prolifico […].”
Antonella Barina, Il Venerdì di Repubblica, 28 marzo 2008


Selezione stampa estera
“Everett piega il linguaggio come Superman piega l’acciaio, senza sforzo”.

“Nessuno è in grado di dare forza ai personaggi come Percival Everett”.

David Abrams, San Francisco Gate, 16 settembre 2007

*

“Everett è un narratore sperimentale, gli viene naturale”.

Benjamin Percy, Esquire, 19 settembre 2007

*

“…Everett ha scritto uno dei romanzi più belli, eruditi e sovversivi dei nostri tempi. Siete avvertiti: La cura dell’acqua vi terrà svegli per tutta la notte”.

Andrew Ervin, Philadelphia Enquirer, 18 novembre 2007

*

“…è un libro che fa riflettere. Mi ha fatto pensare a quanto siamo deboli noi esseri umani: veniali, bugiardi, disperati e storditi dalla sofferenza”.

Jim Krusoe, Washington Post, 26 agosto 2007

*

“ …uno dei più ellittici, eccentrici romanzi di protesta che mai leggerete”.
James Gibbons, Los Angeles Times, 16 settembre 2007

*

“Eloquente, furioso e a tratti esilarante, La cura dell’acqua inghiotte il lettore in una burrasca di argomentazioni appassionate e di dolore estratto con precisione metodica”.

Ariel Swartley, Los Angeles Magazine, primo ottobre 2007

*

“…linguaggio musicale e sicuro”.

Publishers Weekly 24-27 luglio 2007







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