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Alcide Pierantozzi, Lo sbilico, Einaudi -- agenzia Oblique
Alcide Pierantozzi
Lo sbilico
Einaudi Supercoralli
20 maggio 2025

Prossimamente in traduzione per: Uk (Fitzcarraldo), Francia (Gallimard), Usa.


“Il problema era che io aspettavo i corvi, e invece arrivavano i pensieri.”

Cosa accade quando la realtà si smaglia, e lascia entrare l’allucinazione? Quando la paura ti avvinghia e si accorcia il respiro? Quando l’unico modo che hai per stare al mondo è vivere su un precipizio, nello “sbilico” delle cose? Alcide Pierantozzi si è immerso in quel precipizio, e ne è uscito stringendo tra le mani un libro unico, letterario e ossessivo, capace di raccontarci per la prima volta in modo crudo e vero, da dentro, un male che è di molti. Una storia di una potenza disarmante, che urtica e lenisce insieme, e che una volta iniziata pretende di essere letta fino all’ultima parola. O bevuta fino all’ultima goccia, come una medicina.

Alcide ha quarant’anni, a volte dorme ancora con sua madre, prende sette pasticche al giorno (cinque la mattina e due dopo cena), ed è considerato “un paziente lucido, vigile, collaborativo, dall’eloquio fluido”. È un essere umano “difettoso” tra i tanti, ma i suoi difetti stanno tutti dentro quattro pagine di diagnosi controfirmate da uno dei più famosi psichiatri italiani: “disturbo bipolare”, “spettro dell’autismo”, “dissociazione dell’io”, “antipsicotici”, “pensieri di mancata autoconservazione”… Dal suo esilio in una cittadina dell’Abruzzo, dove ogni cosa sembra da sempre uguale a sé stessa, Alcide ci racconta il tempo melmoso delle sue giornate. Le ore in spiaggia, o a sfinirsi in palestra, dove va per riguadagnare in muscoli quello che ha perso in lucidità mentale. Soprattutto ci racconta – con tutta la chimica che ha in testa – cosa accade quando l’equilibrio psichico s’incrina: l’innesco della paranoia, la percezione che si sdoppia, il modo in cui il tempo fermo di un’attesa non è mai davvero fermo, perché è lì che arrivano i pensieri. Nel suo resoconto si alternano momenti di un prima a Milano, la città che da sola sembrava poterlo tenere in vita, e di un prima ancora, un’infanzia in cui tutto faceva già troppo male ma a salvarlo c’erano la nonna, la bicicletta, tutto uno zoo di animaletti di campagna. Nel presente, invece, c’è la vita con sua madre, che è insieme origine, scandaglio e unico argine possibile delle sue psicosi. E poi c’è l’ossessione per le parole: la ricerca quotidiana in biblioteca, nei dizionari, nei libri, dei termini esatti, che sappiano ridurre l’irriducibile, nominare l’innominabile. Questa è la storia di uno sperdimento, una storia che possiede il dono e la condanna di saper parlare davvero a chiunque. A chiunque, almeno una volta, non si sia riconosciuto nel proprio riflesso allo specchio; a chiunque abbia sentito la realtà passargli accanto come un vento laterale; a chiunque abbia messo in dubbio la fondatezza dei propri pensieri e dei propri desideri. Sono pagine brucianti, che Alcide Pierantozzi ha scritto come se il suo corpo fosse un sismografo, registrando il disagio psichico nella sua forma più pura, descrivendo la violenza – poetica e brutale – di una mente smarrita che cerca di trovare una stabilità impossibile, ma che sempre, sempre, prova a salvarsi. Lo sbilico dà voce a un bisogno collettivo fortissimo: quello di nominare con precisione il malessere psicologico, l’alienazione, la medicalizzazione e la solitudine. Un’impresa che può fare soltanto la grande letteratura. “Noi matti non abbiamo solo il diritto di essere soccorsi dai sani, ma anche il dovere di inceppare ogni giorno il mondo per metterlo in discussione ai loro occhi.”


“Lo ‘smack’ della pazzia che produce grande letteratura. L’ho finito da giorni e Lo sbilico di Alcide Pierantozzi non mi lascia in pace.”
Donatella Di Pietrantonio

“La parola capolavoro è quasi sempre fuori luogo ma quando ce vo’ ce vo’. Nessuno, nessuna, usa l’italiano così.”
Vincenzo Latronico

“Di questo libro voglio scrivere: capolavoro. Ma è un suono abusato, spesso controproducente. Ma è un capolavoro. E dunque? Potrei trovare altre parole. Non ne ho voglia. Allora posso dire che è uno di quei libri che folgorano certe epoche come certe epoche hanno bisogno di folgorazione. Lo sbilico di Alcide Pierantozzi fa questo. Rendendo umani gli umani. E rendendo la lingua italiana la lingua italiana.”
Marco Missiroli

“Alcide Pierantozzi ridefinisce, reinventa, sposta, canonizza il racconto del sesso tra maschi, riuscendo a tenere anche a bada il desiderio.”
Chiara Valerio

“Alcide Pierantozzi scrive un capolavoro.”
Teresa Ciabatti

“Alcide ha scritto un libro doloroso, struggente e bellissimo.”
Alessandro Bertante

“Questo non è solo un libro, è un nuovo tassello della nostra conoscenza.”
Pietro Grossi


Dicono di Lo sbilico
- Mattia Insolia (intervista), Domani, 12 giugno 2025;
- Davide Coppo, Instagram, 12 giugno 2025;
- Libreria Meister, Instagram, 5 giugno 2025;
- Lorenzo Berto (intervista), Instagram, 5 giugno 2025;
- Alessio Parmigiani, Instagram, 3 giugno 2025;
- Beppe Cottafavi, Domani, 31 maggio 2025;
- libreriatorriani, Facebook, 30 maggio 2025;
- Mattia Insolia, Instagram, 29 maggio 2025;
- Marco Nicolò, Instagram, 29 maggio 2025;
- Luciano Funetta, Instagram, 28 maggio 2025;
- Angela Bubba (intervista), rivistastudio.com, 29 maggio 2025;
- Ottavio Cappellani, mowmag.com, 28 maggio 2025;
- Teresa Ciabatti, la Lettura, 25 maggio 2025;
- Antonio Iovane, il venerdì, 23 maggio 2025;
- Laura Pezzino, Vanity Fair, 4 giugno 2025;
- Marco Cassardo, Instagram, 23 maggio 2025;
- libreriameisterdattidellearie, Instagram, 23 maggio 2025;
- Redazione, Gazzetta di Reggio, 22 maggio 2025;
- Maria Anna Patti, casadeilettori.blogspot.com, 20 maggio 2025;


In evidenza
“[…] un viaggio vertiginoso, tra allucinazione e realtà. Ci porta con sé in un’esplorazione della fragilità umana, illuminandone ogni angolo. Con uno stile allo stesso tempo crudo e poetico, Pierantozzi racconta cosa voglia dire camminare sul precipizio dell’esistenza, dove la paura stringe il cuore, mozza il respiro. Dove l’unica soluzione possibile è vivere nello sbilico delle cose, Un romanzo potente che affronta il disagio psichico con grande onestà.”
Mattia Insolia (intervista), Domani, 12 giugno 2025

“Uno dei libri più belli che mi sia capitato in mano ultimamente.”
Davide Coppo, Instagram, 12 giugno 2025

“Sto leggendo due romanzi formidabili, belli e potenti: Malbianco di Mario Desiati e Lo sbilico di Alcide Pierantozzi.”
Beppe Cottafavi, Domani, 31 maggio 2025

“[…] una guerra, un uragano intracorporeo con cui però Alcide Pierantozzi riesce a fare i conti, con il quale perfino dialoga, estraendone le convulsioni che rende poi in conversazioni, selezionandone i picchi e traslandoli in narrativa.”
Angela Bubba (intervista), rivistastudio.com, 29 maggio 2025

“Alcide Pierantozzi scrive un capolavoro. […] con una scrittura magnifica, Pierantozzi consegna un romanzo purissimo che non è solo storia personale ma testimonianza di presente. […] Quanti ragazzi ci sono nell’Alcide Pierantozzi del libro.”
Teresa Ciabatti, la Lettura, 25 maggio 2025

Lo sbilico è un grande romanzo di deformazione.”
Antonio Iovane, il venerdì, 23 maggio 2025

 

 



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