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Simona Dolce
Madonne nere

ottobre 2008

Madonne nere

Madonne nere è una cruda storia di famiglia. L’arcaico retaggio, le consuetudini e il potere del silenzio di una terra antichissima redenti in una commovente confessione corale – coro voce dell’anima, coro di “signori e signore” e il miscuglio di questi. Alina, madre di Rinulla, ha sposato Giustino solo per convenienza. Giustino è diviso fra l’amore paterno per Rinulla e il desiderio incestuoso di possederla. Alina conosce Giovanni e se ne innamora, lo desidera, e per averlo decide che Rinulla, la figlia disgraziata e oscena, dovrà sposarlo. Giovanni accetta, e dal loro matrimonio nasce Marina. Per Alina la nuova arrivata è il simbolo di un tradimento che si rinnova, fino alla svolta. Ma la fine è solo l’inizio.


Biografia del libro
“A innescare la storia raccontata in Madonne nere è stata l’apparizione di Rinulla. Si è manifestata così, qualche anno fa, a bucare la monotonia di un pomeriggio assolato: lunghi, folti e disarticolati capelli neri, grandi occhi neri e un abito rosso che sbiadiva sull’arancione troppo anni Ottanta per essere alla moda, troppo fuori moda e irreale per essere reale. Ma la cosa che più mi ha colpito è che Rinulla era preceduta da uno stuolo di gatti adoranti. Gatti incantati da Rinulla”.
“E così Rinulla è stato il primo personaggio che ho immaginato, quello intorno a cui gira tutto il libro. Rinulla ha imposto fin dall’inizio il suo ritmo alla scrittura, ha trascinato dietro di sé la storia, mi ha permesso di parlare con naturalezza delle violenze che hanno subito lei e gli altri personaggi della famiglia. È come se Rinulla fosse anestetizzata, incosciente del dolore ma partecipe, e forzatamente soddisfatta dell’inevitabilità della situazione”.
“La stesura del romanzo – su un piccolo Mac portatile piuttosto inaffidabile – è durata tre o quattro anni: ho scritto e riscritto la storia tantissime volte cambiando il punto di vista, inserendo e togliendo scene. In fondo, però, il libro è sempre rimasto lo stesso. Altre suggestioni fondamentali sono state: una minuscola chiesa rivestita d’oro e l’icona della Vergine con grandi occhi ritagliati dietro l’altare, piazza dei Cinque Platani a Afete, in Grecia, chiamata anche piazza dell’Amore. È lì che cinque platani secolari hanno accolto l’arrivo di Rinulla nella mia immaginazione”.
“Non penso che per me questo libro sia solo fiction”.

Leggi un estratto
Scarica e ascolta l’intervista audio su Radio Città Futura del 2 dicembre 2008.


giupasserini.wordpress.com, 22 dicembre 2010;
la Repubblica
, 22 ottobre 2009;
ilbarbante.wordpress.com, 18 maggio 2009;
Il sottoscritto
, maggio 2009;
La Gazzetta del Sud
, 3 maggio 2009;
Il Secolo XIX
, 28 aprile 2009;
- Fuori tempo massimo
 (Radio Città Futura). Guarda l’intervista. File unoduetre, 24 aprile 2009;
- Accattone
 libri (Radio Fujiko), 7 aprile 2009;
L’Unione Sarda
, 4 aprile 2009;
Dispenser, 2 marzo 2009;
Rolling Stone
, gennaio 2009;
Idearadio (intervista audio), 13 dicembre 2008;
Inchiostro, dicembre 2008;
Il Tirreno, 6 dicembre 2008;
Radio Città Futura (intervista audio), 2 dicembre 2008;
paradisodegliorchi.com, 28 novembre 2008;
fuorilemura.it, 17 novembre 2008;
La Sicilia, 11 novembre 2008;
Corriere della Sera, 4 novembre 2008;
Il Foglio, 2 novembre 2008;
Sicilia Today, primo novembre 2008;
la Repubblica (Palermo), 28 ottobre 2008;
Il Mattino, 27 settembre 2008;
Il Giornale di Sicilia, 27 settembre 2008;
la Repubblica (Palermo), 26 settembre 2008;
L’Avanti, 18 settembre 2008;
Grazia, 15 settembre 2008.

Selezione stampa
- “Uno stile snello […], come l’autrice l’avesse scritto col corpo […].”
Paolo Sortino, ilbarbante.wordpress.com, 18 maggio 2009

- “Simona Dolce ripete le sue frasi come in una preghiera strozzata, come in un rosario che non avrà fine perché non c’è stato mai realmente inizio.”
Andrea Caterini, ilsottoscritto.it, maggio 2009

- “[…] una scrittura nuova, incalzante, costruita sui continui rimandi testuali e sintattici.”
Francesco Bonardelli, Gazzetta del Sud, 3 maggio 2009

- “[…] Simona Dolce osa e non poco. Utilizza un linguaggio dal ritmo sfibrante, ipnotico, tribale. A tratti somiglia a un rap rabbioso. Pochi dialoghi, frasi brevissime alternati a periodi chilometrici da leggere tutto d'un fiato.”
Maria Grazia Marilotti, L’Unione sarda, 4 aprile 2009

- “È uno dei libri più euforici e vorticanti degli ultimi tempi [...]. Fiabesco e spaventoso [...] è ciò che si chiede ancora alla letteratura.”
Alcìde Pierantozzi, Rolling Stone, gennaio 2009

- “La voce che ribatte continua la realtà insostenibile dell’incesto non fa che dare corpo all’orrore, diventa scrittura fisica e costruisce una profana litania.”
Alessandro Beretta, Corriere della Sera, 4 novembre 2008

- “… un tempo mitico, un tempo fuori dal tempo, un tempo dove tutto è lecito, ciclico, circolare. La fine è l’inizio, come nel mito.”
Manuela Maddamma, Il Foglio, 2 novembre 2008;

- “Ma quella che potrebbe essere una cronaca di ordinario abbrutimento, di ordinari orrori familiari, passata al settaccio della Dolce, diventa qualcos’altro.”
Salvatore Ferlita, la Repubblica (Palermo), 28 ottobre 2008.

 

 

 

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