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Mathias Énard



Mathias Énard sarebbe potuto nascere a Niort nel 1972 ma ha preferito vedere la luce, e anche un po’ il buio, in pieno Nono secolo avanti Cristo, non lontano da Itaca, un’isola che conosce come le sue tasche e che in seguito comprerà per pochi spiccioli allo scopo di stabilircisi. In un primo tempo, Énard viene educato da un certo Chirone che lo inizia all’arte della guerra, alla musica e alla medicina. Ma Énard ha la smania di viaggiare e la Grecia è troppo piccola per i suoi sogni di esilio. E così eccolo già altrove, già ovunque, che va a rilassarsi in Samaria, si intrattiene per un po’ con un certo Domiziano, poi trascorre la maggior parte del suo tempo sull’isola di Patmos dove uno dei suoi amici gli dà il seguente oculato consiglio: “Scrivi di ciò che hai visto, del presente e di quello che succederà in seguito”. Quindi va al Clongowes Wood College, una simpatica istituzione gesuita situata nella contea di Kildare, dove resta solo per qualche settimana, sempre per colpa di questa famosa smania di viaggiare, e poco tempo dopo lo ritroviamo a Trieste dove insegna il persiano alla Berlitz. Comincia allora per Mathias Énard un periodo di intensa produzione. Nel giro di qualche mese scrive una decina di libri uno più ambizioso dell’altro, di cui purtroppo non restano che i titoli. Eccone qualcuno: Il rifacimento del peggio, Smontare il rimorchio, Rosario per aspiranti situazionisti eccetera. […]
Mentre costeggia la faglia Nord Anatolica, il futuro autore di Zone decide di spingersi fino a Istanbul. Nell’istante stesso in cui si siede nel dehors di un café e ordina un ayran freddo, la terra comincia a tremare e metà della città scompare sotto le macerie. Mathias fa parte dei pochi superstiti, i quali si riuniscono per dar vita una setta di visionari, convinti che la fine del mondo sia vicina e che sia urgente fumarsi un’ultima sigaretta. Énard diventa subito una figura emblematica del movimento, ma come ci si poteva aspettare il demone del viaggio si impadronisce ancora una volta di lui. I posti si susseguono come lattine vuote: Pilo, Corcira, la Feacia, Telepilo, Scilla, Cariddi eccetera. […]
Un bel giorno Énard si fa assumere nella Compagnie Internationale des Wagons-Lits. Così attraversa l’Europa, e in particolare i Balcani, e contrae una malattia rarissima, una forma molto misteriosa di isteria ferroviaria, a suo tempo descritta con qualche approssimazione da Charcot. L’unico rimedio a questo male è scrivere, scrivere a un ritmo sostenuto. E infatti Énard comincia a scrivere, all’inizio su dei post-it, che appiccica un po’ dappertutto sui muri delle stazioni in cui transita, poi su piccoli quaderni a quadretti che nasconde furtivamente nelle chiese di Venezia, in genere dietro le tele non autografe del Caravaggio. Finalmente compra il suo primo computer, purtroppo un pc, e perde le cinquecentodiciassette pagine del suo romanzo, a quanto pare la prima versione di Zone, in cui descriveva le peregrinazioni di un ceco germanofono che attraversa il mondo in mongolfiera.
Plurilingue, ma anche multilingue e poliglotta, re Mathias si mette per un periodo a tessere arazzi, ma la città di Bayeux rifiuta di comprarglieli. Si rimette quindi a scrivere e compone un centinaio di poesie pornografiche che gli procurano innumerevoli processi. Vince qualche partita di tennis contro Federer, lancia diverse riviste, cucina intensamente, traduce tantissimo ma in una lingua inventata da lui e che è l’unico in grado di decifrare.
La rivista Inculte lo accoglie e lo ospita per qualche tempo. Per un certo periodo corre voce che Énard non sia altri che Thomas Pynchon. La sua fama non smette di aumentare. Poi, una notte, dopo aver fumato una sostanza allucinogena, scrive in meno di sei ore Zone nella sua totalità. Il manoscritto viene subito accettato da Actes Sud. E tutto il resto è letteratura.

Claro, da Le clavier cannibale, 24 settembre 2008




Breviario per aspiranti terroristi, Gog5
Leggi un estratto


Materiali
- Mathias Énard parla diInculte e di ebook sul Corriere della Sera del 28 luglio 2010

Approfondimenti su Mathias Énard
- Prix du Livre 2009, intervista;
- Zone.

 

 

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